Questo è l'elenco completo e ordinato delle lame degli Arcani Maggiori
Il ventiduesimo arcano può essere indifferentemente anche il primo perché il Matto non conta nulla.
È un essere irresponsabile, incosciente e passivo che si trascina attraverso l'esistenza senza scopo seguendo impulsi irrazionali. L'abito variopinto vuole indicare le molteplici, incoerenti influenze che lo sospingono qua e là con il fagotto pieno dei suoi sciocchi tesori, e le calze gialle penzoloni scoprono ciò che è da celare. Il Matto ci fa comprendere quanta ragionevolezza occorra per non uscire dal campo della ragione da cui troppo facilmente si sconfina.
Il Giocolliere, Mago o Bagatto è il giovane iniziato alla magia. Nella mano sinistra tiene il bastone, simbolo della volontà e comando; sul tavolo davanti a Iui giacciono la spada (legata all'imperativo magico dell'osare), la coppa (sapienza), il pentacolo o siclo (protezione e silenzio). Indossa abiti variopinti nei quali predomina però ilbraccia colore dell'attività e dell'iniziativa, e un copricapo dalla curiosa forma di otto, il numero che indica l'infinito. Con il movimento delle braccia e l'inclinazione del busto il Bagatto traccia la lettera alef, la prima dell'alfabeto ebraico. È legato a Kether, la corona dell'albero cabalistico delle Sephiroth, causa prima, inizio di tutte le cose.
Silenziosa, impenetrabile, ieratica, la Papessa è la sacerdotessa del mistero, Iside, la notturna dea della Luna. Nella mano destra conserva il libro dei segreti, nella sinistra le due chiavi, una d'oro (la ragione) e l'altra d'argento (l'intuito, l'immaginazione) senza le quali nessun mistero può essere svelato. La Papessa siede all'ingresso del tempio di Salomone, tra le due colonne Jakin e Boas, la prima rossa, legata all'elemento fuoco, la seconda azzurra relazionata all'aria.
La sacerdotessa del mistero porta un abito azzurro e un manto color porpora dai bordi dorati. Il capo è velato, a indicare il mistero nascosto dell'apparenza fenomenica, ed è sovrastato da una falce di Luna. Corrisponde alla lettera beth dell'alfabeto ebraico e alla Sephirah Geburah, ossia all'ordine e alla severità.
È la Venere Urania dei greci, la Vergine dei cristiani, l'intelligenza creatrice delle idee.
Il piede poggia su una falce di luna a indicare la sua elevazione al di sopra del mondo oggettivo. Essa domina la sfera immobile della perfezione, la regione degli archetipi. Le dodici stelle dello zodiaco ne incoronano il capo grazioso, dall'espressione sorridente, ma ieratica. L'Imperatrice è vestita d'azzurro chiaro e di rosso, rispettivamente colori del pensiero, della spiritualità e dell'attività: reca in mano lo scettro del comando su tutto l'universo. Questo arcano è legato al pianeta Mercurio, alla lettera ghimel, a Bi-nah, la Sephirah dell'intelligenza creatrice.
L'Imperatore è il governatore di questo mondo, delle cose materiali, concrete, corporee, simboleggiate dal solido trono cubico sul quale egli siede. In una mano regge la sfera (l'universo), con l'altra impugna lo scettro che allude al dominio dell'anima.
L'Imperatore non è infatti un despota, ma un sovrano ispirato a ideali sublimi; è l'energia maschile, solida, costruttiva, rappresentata dall'abito rosso. Corrisponde alla lettera daleth e alla Sephirah Hesed (grazia, misericordia).
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