Questo è l'elenco completo e ordinato delle lame degli Arcani Maggiori
Il quinto (arcano raffigura il saggio, indulgente personaggio cui ci si rivolge per chiedere consiglio e ottenere il perdono.
Anche il Papa siede, come la Papessa, fra le due colonne del tempio e si rivolge a due ascoltatori dalla mentalità contrastante, perché il suo compito è conciliare gli opposti e rendere accessibili ai semplici le più alte verità. Porta in capo la triplice corona, che allude al discernimento delle verità astratte, e in mano lo scettro, emblema del suo potere spirituale. È abbigliato come la Papessa in azzurro e porpora, i colori del sacerdozio; i fedeli, a lui inchinati, indossano rispettivamente, l'uno un abito rosso (attività) e l'altro nero (sottomissione, credulità). Il Papa si collega a Giove e corrisponde all'Ariete e all'elemento fuoco, alla lettera hé, alla Sephirah Hokmah, la saggezza, il pensiero creativo.
La lama si ispira a una scena mitologica: il giovane Ercole, compiuta l'educazione presso il centauro Chirone, deve scegliere circa la sua futura esistenza. Gli appaiono allora due giovani donne, la virtù e la mollezza, che gli promettono strade e vantaggi diversi.
Come l'eroe greco, il giovane di questo arcano esita davanti alla donna austera, che prefigura soltanto soddisfazioni morali, e alla cortigiana, dispensatrice di piaceri; il suo abito rosso e verde, colori complementari, indica la sua natura umana, indecisa di fronte al quesito. La Regina virtuosa veste, come la Papessa, in rosso e celeste, la baccante in giallo e verde, le tinte della materia. L'Innamorato è l'iniziato che ha concluso il periodo dell'apprendistato; l'arco e la freccia di Cupido, che dal cielo ne spia la scelta, lo mettono in relazione al Sagittario, ai Gemelli e alla Vergine, al mese di settembre, al mercoledì, all'elemento Terra, ai pianeti Mercurio, Nettuno e Venere e a Tiphereth, la Sephirah della bellezza, l'amore, l'attrazione, ai polmoni, alle braccia.
Il Carro è l'arcano della vittoria, il veicolo cubico, ancora legato alla realizzazione materiale, sul quale il trionfatore percorre il mondo. Egli dirige il suo cocchio con sicurezza, guardando diritto davanti a sé, concretamente determinato a non smarrirsi in un misticismo sterile. Il trionfatore indossa una corazza rossa che lo salvaguarda dalle tentazioni materiali (le colonne gialle e verdi, sostegno del baldacchino). Ornato della squadra, emblema massonico di ordine universale, egli mira al perfezionamento morale che concilia spirito, anima e corpo.
Il Carro è legato analogicamente a Netzah, la Sephirah del trionfo e della vittoria. Simboleggia, quindi,' il successo, l'evoluzione, una protezione, una vittoria su se stesso e sugli ostacoli. Indica denaro, spostamento, viaggio, unione favorevole e matrimonio, ascesa sociale e avanzamento professionale.
Simile all'Imperatrice nell'atteggiamento ieratico, la chioma bionda e il colore degli abiti, la Giustizia ha però perduto le ali. Il suo "trono appare massiccio; la corona di ferro allude al rigore della legge. Nella mano destra essa stringe la spada della fatalità che, implacabile, agisce a ristabilire un equilibrio infranto, così come la bilancia, lo strumento riparatore, agli errori commessi che regge nella sinistra.
Si connette astrologicamente ad Astrea, la Vergine dello zodiaco che sostiene la bilancia dell'equinozio d'autunno, e a Hod, la Sephirah di splendore, gloria, potenza, conservatrice del cosmo.
L'Eremita è il vecchio saggio che fonda l'avvenire sulla conoscenza del passato, camminando a lenti, prudenti passi e appoggiandosi alla canna di bambù dai sette nodi. La mano destra tiene sollevata una lanterna che gli illumina il cammino, ma che egli stesso vela parzialmente con un lembo del proprio mantello per non ferire gli occhi, deboli, non abituati alla luce.
La sua grande dote è la modestia, la coscienza che il proprio sapere, confrontato all'entità della scienza, è ancora nulla.
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