Probabilmente originati, come già detto, dai «naibi», gli arcani maggiori del tarocco ne conservano il carattere fortemente allegorico. Le lettere, le immagini, i numeri che li contraddistinguono, li collegano, correndo sui binari dell'analogia, nel cielo con stelle e pianeti, in terra coi passi obbligati, le scelte, le prove, le situazioni tipo dell'esistenza.
A partire dalla raffigurazione di ogni lama, analizzata nei colori e nei dettagli, si dipana tutta una matassa di significati. Ma non si tratta, purtroppo a scapito della chiarezza e della semplicità, di significati rigidamente classificabili, capaci di rendere l'arcano, secondo un'ottica squisitamente manicheista, buono o cattivo.
Come, secondo le sottili filosofie d'Oriente, nulla nell'universo può essere definito in assoluto positivo o negativo, il senso ultimo dell'arcano si modella sulla situazione peculiare del consultante in relazione al verso della carta, alla posizione occupata nel gioco, ai rapporti con le lame vicine.
Ogni manuale di cartomanzia, e neppure questo sfugge alla regola, tende a fornire per ogni lama una serie di significati precostituiti, impalcature su cui appoggiare l'interpretazione. Attraverso la pratica della meditazione sul singolo arcano e soprattutto di una divinazione costante, effettuata a scopo autodidattico, la dipendenza dagli schemi preconfezionati verrà comunque ad affievolirsi. Si sarà allora compiuto quel salto di qualità, quel tuffo nell'archetipo che permette di afferrare, almeno per i pochi minuti necessari all'interpretazione, la perpetua fluidità dell'arcano, il sottile gioco di influenze per cui esso tinge di sé le carte vicine e ne assume a sua volta la colorazione.
Salvo precise indicazioni in merito, in questo sito si è per questo preferito raggruppare le definizioni simboliche delle singole lame sotto la generica classificazione di positivo o negativo, da non confondere per nessuna ragione con il verso, diritto o rovescio.
Se infatti nella maggioranza dei casi, per le carte definite «buone» il verso capovolto determina un'attenuazione della benignità o persino un'inversione di polarità, le lame considerate negative, come il Diavolo, la Torre, la Luna, l'Appeso, beneficiano di questo rovesciamento, assumendo una sfumatura più rosea, più lieve. Similmente una lama favorevole situata in posizione contraria, poniamo sul lato del gioco destinato alle difficoltà, ne assorbe il contenuto negativo, perdendo gran parte della propria benignità, così come una carta «difficile» contornata da «sorelle» benefiche annulla o almeno limita i propri infausti presagi.
L'esperienza quotidiana, per quanto gravosa, insegna con una lezione sottile e continua, suffragata anche dai grandi sistemi filosofici, quanto il male di oggi possa, già domani, rivelare una funzione preparatoria del bene e quanto il bene che riteniamo di possedere possa rivelarsi, già domani, una bolla di sapone. La serie ordinata dei 22 arcani maggiori sembra costituire la realizzazione grafica e simbolica di questo sistema di pensiero. Dal Bagatto al Matto, in un cammino iniziatico che partendo dalla creazione giunge, attraverso il susseguirsi di varie tappe conoscitive, tentazioni, cadute e superamenti al mondo della perfezione, sono riassunti tutti i punti cruciali dell'esistenza.