L'Eremita è il vecchio saggio che fonda l'avvenire sulla conoscenza del passato, camminando a lenti, prudenti passi e appoggiandosi alla canna di bambù dai sette nodi. La mano destra tiene sollevata una lanterna che gli illumina il cammino, ma che egli stesso vela parzialmente con un lembo del proprio mantello per non ferire gli occhi, deboli, non abituati alla luce.

La sua grande dote è la modestia, la coscienza che il proprio sapere, confrontato all'entità della scienza, è ancora nulla.

Così, rinunciando alle orgogliose ambizioni intellettuali, si limita umilmente a raccogliere le nozioni indispensabili al suo viaggio su questa terra. Indossa una veste bruna esternamente e azzurra internamente assimilabile al mantello di Apollonio di Tiana, dotato di proprietà isolanti, simbolo dell'aria e della terra. L'Eremita fugge il contatto altrui, vive in comunanza con l'ideale, operando segretamente nell'occulto, con un lavoro di lenta, invisibile gestazione. È collegato a Yesod, il fondamento, la potenzialità condensata del seme, il demiurgo, signore della virtualità.

Indica prudenza, saggezza, distacco dal mondo materiale, castità, ritiro, celibato; un segreto svelato; un'iniziativa che avrà esito lento ma positivo, un amore puro, disinteressato, una meta giusta. Simboleggia le medicine alternative, la politica, l'archeologia, i fenomeni extrasensoriali, il senso del dovere, la pazienza, la serenità, la riflessione, la frugalità; le cose solide, cimiteri, prigioni, vecchie case, ruderi. L'Eremita rappresenta un asceta, un medico, un erborista, una guida, un amico fedele, uno psichiatra, uno scienziato; ma anche il padre, gli anziani, gli antenati. Si lega all'inverno, al sabato, al mese di dicembre, ai pianeti Saturno e Nettuno, ai segni zodiacali Vergine e Capricorno.

Al negativo: questa lama presagisce realizzazioni ritardate o annullate, ostacoli, povertà, eccesso di timore, ostinazione nel celibato, freddezza nell'amore, vedovanza, isolamento, solitudine, abbandono; pessimismo, tristezza, consiglio sbagliato; fiducia mal riposta, mancanza di sincerità, testardaggine, pericoli. La prudenza diventa diffidenza e genera stasi, regressione, paura della realtà e riluttanza a esternare i propri sentimenti. Indica fato, sfortuna, morte (accanto ad altre carte negative). Lavoro mal pagato, professioni sgradevoli. Simboleggia anche una persona che nega il proprio aiuto o che tenta /addirittura di nuocere; un abitudinario pessimista, freddo e ipocrita. Sul piano fisico annuncia reumatismi, calcoli, disturbi dell'udito, dei denti, della pelle, cadute, fratture, malattie croniche.

 

Il consiglio dell'arcano

Diffida delle azioni precipitose. Prendi tempo e rifletti.

 

Abbinamenti

  • Affiancato alla Papessa: sgradevoli segreti.
  • Vicino al Papa: introspezione, studio, ricerca.
  • Accanto agli Amanti: tradimento amoroso.
  • Accompagnato dalla Forza: energia da finalizzare a una meta.
  • Seguito dalla Forza e dal Diavolo: una persona anziana potente e insidiosa.
  • Presso l'Impiccato rovesciato: tradimento di un parente.
  • Vicino alla Morte e all'Asso di Coppe: morte di una persona cara.
  • Seguito dalla Morte e dal 10 di Spade: morte del consultante.
  • Presso la Torre: pericolo, carcerazione per calunnia, errori di valutazione, sfiducia nelle proprie potenzialità.
  • Seguito dalle Stelle: successo riscosso dopo una lunga attesa.
  • Accompagnato dalla Luna: nemici nascosti.
  • Seguito dalla Luna e dall'Impiccato: naufragio.
  • Vicino al Sole: un impostore smascherato, armonia, saggezza.
  • Unito al Giudizio: giudizio iniquo.
  • Accanto a un arcano di Coppe: delusione amorosa, nozze ritardate; un rapporto privo di slancio.
  • Accompagnato da un arcano di Bastoni: lunga fatica, ricerca laboriosa.
  • Affiancato a una lama di Denari: perdita finanziaria, investimenti bloccati.
  • Unito a una lama di Spade: viltà.