Rimarrà visitabile sino al 24 luglio a palazzo de Maffei (tutti i giorni dalle 18 alle 21, nei weekend anche dalle 10 alle 12) la mostra collettiva degli artisti Antonello Serra, Gentile Polo, Helena Gath e Paola Toffolon.
Ad unirli la comune amicizia proprio con Polo, decoratore ed artista molto noto in Rotaliana, nato e cresciuto fra Mezzolombardo e Mezzocorona, da un paio d’anni trasferitosi a Lavis.
La mostra – voluta dalla Pro loco e dal Comune di Lavis ed inaugurata durante i “Porteghi e Spiazi” – è un’interessante viaggio nei diversi stili degli artisti, ognuno dalla propria personalità ben definita, ma con in comune l’attenzione per aspetti concettuali e di studio, che trascendono la mera composizione su tela. Nelle opere di Helena Gath, spiega Polo, «viene rappresentata la vita nelle sue mutevoli forme, all’interno e all’esterno».
Gath vive e si è formata in Francia, ma ha un contatto pure con l’Argentina, terra d’origine dei genitori. «Io ed Helena – aggiunge Polo – siamo accomunati dalla ricerca sul colore, lei per rappresentare la vita, io per studi che sto affrontando sulla percezione visiva». Oltre che con i colori, Gath ha approfondito anche lo studio dei numeri, per esempio con un’opera, in mostra a Lavis, che nello studio prospettico riprende la successione di Fibonacci.
Antonello Serra è trentino d’adozione ma sardo d’origine. «Nella sua opera – spiega Polo – si ritrova tutto ciò che è ancestrale nella sua terra d’origine». Più complesso l’approccio alle opere di Paola Toffolon, che fa «un’analisi interiore di tutto ciò che sembrerebbe desueto: ovvero di ciò che non è più osservabile», ridando visibilità (e dignità) a ciò che sembrava invece perduto. Esempio particolare è la trasposizione su tela di un angolo di palazzo de Maffei, laddove, su una parete, le analisi dei restauratori hanno rimesso in mostra i diversi strati che nel tempo hanno colorato i muri del palazzo.
L’ultima stanza è quella delle opere di Gentile Polo, artista attento agli studi sulle mutevoli forme della percezione. «Ogni cosa che percepiamo – spiega Polo – parte dalla nostra conoscenza, ma essa non è ovunque uguale».
Sorgente: Lavis, a palazzo de Maffei l’arte di quattro artisti – Il Trentino